Le ultime immagini del telescopio Webb danno uno sguardo alle stelle nate nella costellazione della Vergine
Sembra che ogni poche settimane la NASA, l'Agenzia spaziale europea (ESA) e l'Agenzia spaziale canadese (CSA) lanciano un'immagine impressionante dal telescopio spaziale James Webb che è sorprendente da vedere e fa avanzare la nostra conoscenza dell'universo. L'ultima riguarda la galassia a spirale barrata NGC 5068, chiamata galassia "barrata" per via della luminosa barra centrale che potete vedere in alto a sinistra nell'immagine sopra. Si tratta di un'immagine combinata composta da scatti a infrarossi presi dai sensori MIRI (Mid-Infrared Instrument) e NIRCam (Near-Infrared Camera) del telescopio.
Ciò che questi sensori hanno catturato è una galassia nella costellazione della Vergine a circa 20 milioni di anni luce dalla Terra, e poiché il JWST può vedere attraverso la polvere e il gas che circonda le stelle quando nascono, lo strumento è particolarmente adatto a produrre immagini che mostrano il processo di formazione stellare.
Osservando le due singole immagini che compongono il composito si rivelano diversi strati della galassia. Come osserva Gizmodo, l'immagine prodotta dal sensore MIRI fornisce una vista della struttura della galassia e delle bolle di gas luminose che rappresentano le stelle appena formate.
La seconda immagine, presa dalla NIRCam, mette a fuoco un'enorme fascia di stelle in primo piano. Il composito, nel frattempo, mostra sia l'enorme quantità di stelle nella regione sia i punti salienti delle stelle appena "nate".
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Non c'è una scoperta specifica in questa immagine; invece, la NASA nota che questo fa parte di uno sforzo più ampio per raccogliere quante più immagini possibile di formazione stellare dalle galassie vicine. (No, 20 milioni di anni luce non mi sembrano nemmeno esattamente vicini, ma è così che vanno le cose nello spazio.) La NASA ha indicato altre immagini come altre "gemme" della sua collezione di nascite stellari, inclusa questa impressionante " Phantom Galaxy" presentato la scorsa estate. E cosa spera di imparare l'agenzia? Semplicemente che la formazione stellare “è alla base di tanti campi dell’astronomia, dalla fisica del tenue plasma che si trova tra le stelle all’evoluzione di intere galassie”. La NASA prosegue dicendo che spera che i dati raccolti su galassie come NGC 5068 possano aiutare a "dare il via" a importanti progressi scientifici, anche se quali potrebbero essere rimane un mistero.